22 Lug Polimeri e Green Economy
In occasione del “Plastic Free July”, ovvero il mese dedicato alla forte limitazione (se non al totale inutilizzo) della plastica monouso, riteniamo sia importante affrontare il complesso e delicato tema della Green Economy. Nel presente articolo spiegheremo come questi ultimi non siano il “male assoluto” ma, anzi, una risorsa molto importante. Inoltre, vedremo cosa ha reso la plastica un problema e quali sono le soluzioni per il riciclo e per il reimpiego, inquadrando nel dettaglio il rapporto tra polimeri e Green Economy.
I POLIMERI NON SONO DEI NEMICI
Per prima cosa occorre premettere che non è corretto demonizzare la plastica in senso assoluto. Essa è di fatto una preziosa risorsa ingegneristica che possiede molte qualità:
- in generale, conferisce ai prodotti ottime proprietà termiche, elettriche e chimiche;
- è un materiale flessibile, leggero e resistente;
- permette di realizzare una vastissima gamma di prodotti per molteplici settori applicativi;
- non è sostituibile in rapporto 1:1 da altri materiali ed offre un ottimo rapporto costo/vita. In questo senso, basti pensare a quanti prodotti, realizzati in precedenza in metalli, siano stati oggetto del cosiddetto metal replacement.
POLIMERI E GREEN ECONOMY: ECONOMIA LINEARE VS ECONOMIA CIRCOLARE
Il vero problema è che fino ad ora la plastica è sempre stata gestita nell’ottica di un’economia lineare, la quale prevede l’impiego di una materia prima per la realizzazione di un prodotto che verrà poi gettato ma non smaltito nel modo adeguato. Fino a pochi anni fa non era nemmeno mai stata contemplata la possibilità di recuperare il materiale in qualche misura.

Di fatto, questo ha comportato tutta una serie di problemi che ora è impossibile ed irresponsabile ignorare: contaminazione ambientale, inquinamento degli oceani, discariche non controllate, ecosistema alterato. Il tutto a causa di un fine vita non gestito adeguatamente.
È diventato quindi essenziale impegnarsi al passaggio da un’economia di tipo lineare alla cosiddetta economia circolare. In sintesi, la differenza tra questi due modelli economici sta proprio nel focus sul fine vita del prodotto. È importante infatti, a monte di un progetto, considerare come recuperare il prodotto una volta che avrà esaurito il suo impiego.

PRODOTTI MONOUSO VS PRODOTTI “A VITA LUNGA”
In tal senso, riteniamo opportuno suddividere i manufatti plastici in due grandi categorie:
- i prodotti monouso (sacchetti e buste, pellicole, bottigliette, reti per la frutta, etc)
- i prodotti “a vita lunga” (scatolette per l’elettronica, componenti d’auto, vasi di fiori, sedie da giardino, etc)
Il prodotto monouso, per definizione, ha vita molto breve. Questo significa che, nell’arco di uno o comunque pochissimi utilizzi, esso diverrà rifiuto.
Il problema principale della plastica monouso risiede nella quantità di rifiuto che genera. Si parla di quasi 400 milioni di tonnellate di prodotti in plastica realizzati in un anno, di cui circa 100 milioni – perlopiù monouso – finiscono dispersi nell’ambiente poiché non è previsto un adeguato recupero di questi materiali. Questo ci pone dinanzi alla necessità di elaborare strategie che permettano il corretto recupero e riutilizzo di questi rifiuti plastici.
È chiaro che, al contrario, un prodotto che ha vita più lunga (in alcuni casi parliamo anche di 15/20 o più anni) non genera altrettanto rifiuto a parità di tempistiche e risulta quindi molto meno d’impatto a livello ambientale. È questo il caso di manufatti come le lampade realizzate utilizzando specifici polimeri tecnici (per esempio il Polilux™), ideati per durare a lungo e per essere riciclati o riconvertiti a fine vita.
POLIMERI E GREEN ECONOMY IN BEMAR PLAST
Il core business di Bemar Plast verte proprio sulla produzione di articoli “a vita lunga”. Nel nostro caso quindi, nell’ottica di Green Economy ed economia circolare, il focus si sposta piuttosto su altri aspetti:
- rendere più green i processi produttivi, investendo in macchinari a basso consumo energetico per ridurre le emissioni di CO2;
- impiegare, là dove possibile, polimeri riciclati, rigenerati, bio-based o polimeri facilmente riciclabili;
- scartare in modo definitivo il materiale SOLO nel caso in cui il suo riutilizzo pregiudichi la qualità del componente;
- raccogliere il materiale di scarto e suddividerlo in modo adeguato per tipo di polimero;
- individuare le aziende dedite al corretto recupero e al riutilizzo di scarti e sfridi di produzione.
CONCLUSIONI
Vista la costante ricerca che viene condotta nell’ambito di plastica e Green Economy, riteniamo di grande importanza rimanere sempre aggiornati sui polimeri disponibili sul mercato. Seguiamo con attenzione le novità relative ai materiali riciclati e al loro impiego per realizzare prodotti che richiedono caratteristiche tecniche ineccepibili. Inoltre, nel momento in cui definiamo ciò che più è adatto alla realizzazione del prodotto finale, valutiamo tutte le possibili alternative ai materiali plastici , includendo nella nostra analisi anche il livello di “riciclabilità”.
In sostanza, valutiamo con la massima attenzione l’ecosostenibilità di processi produttivi, macchinari, strumentazione accessoria e materiali impiegati in Bemar Plast.
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